DA ARCHITETTO A SCENEGGIATORE DELLO SPAZIO
Lo studio milanese JDP Architects a Città Studi è un luogo dove negli anni sono stati ideati e hanno preso forma progetti di architettura e urbanistica di assoluto rilievo, come lo stabilimento Polini ad Alzano Lombardo, il Palamonti a Bergamo, il progetto del nuovo parco Minitalia Leolandia, l’Aerea Headquarters a Turate, l’Adda Colors Housing a Trezzo sull’Adda, Exogram House n 1 – n 2, il progetto Chorus Life a Bergamo, l'Eco Town di Tianjin e l’iconico Guangzhou Circle, inaugurato nel 2013, che la CNN ha annoverato tra i dieci più interessanti edifici a livello mondiale nel 2014.. Lo studio è in grado di coprire integralmente tutte le fasi del progetto, dalla concezione, alla direzione lavori e direzione artistica, coordina, interagisce e opera in rete attivando con tutte le professionalità specialistiche necessarie per lo sviluppo del progetto.
Attraverso i suoi lavori, l’architetto Joseph Di Pasquale - che ha fondato lo studio nel 1995 - propone una riflessione acuta e articolata sui temi dell’architettura contemporanea e sull’approccio al progetto per le aree urbane, in una visione che esprime il confronto fra modelli culturali diversi e offre una nuova lettura del rapporto fra ‘il dentro e ‘il fuori’ nell’immagine di una città non più policentrica ma reticolare, interpretando il tema della sostenibilità come consuetudine e dovere etico, in buona sostanza, una ‘buona abitudine’ per tutti i progettisti.
LE QUATTRO STAGIONI DEL PERCORSO PROFESSIONALE
Il presente dell’Architetto è il risultato di un percorso attento e meditato attraverso quattro stagioni di studio, formazione e mestiere, che hanno inizio con la fase dell’Università, l’incontro con la dimensione ideale della professione e l’acquisizione di una prospettiva di impegno culturale, passando alla stagione del Cantiere che rappresenta l’impatto con la materia e la manualità, cui fa seguito la fase del Cinema, l’arte dello ’storytelling’ e del divenire della realtà nel tempo, fino ad approdare alla fase dell’Architettura, dove ha inizio la stagione dell’Espressione dopo le fasi dell’Apprendimento. Questo è il momento che segna per Joseph di Pasquale il passaggio dalla ‘sceneggiatura dei cortometraggi’ alla ‘sceneggiatura dello spazio’.
Attraverso i suoi lavori, l’architetto Joseph Di Pasquale - che ha fondato lo studio nel 1995 - propone una riflessione acuta e articolata sui temi dell’architettura contemporanea e sull’approccio al progetto per le aree urbane, in una visione che esprime il confronto fra modelli culturali diversi e offre una nuova lettura del rapporto fra ‘il dentro e ‘il fuori’ nell’immagine di una città non più policentrica ma reticolare, interpretando il tema della sostenibilità come consuetudine e dovere etico, in buona sostanza, una ‘buona abitudine’ per tutti i progettisti.
LE QUATTRO STAGIONI DEL PERCORSO PROFESSIONALE
Il presente dell’Architetto è il risultato di un percorso attento e meditato attraverso quattro stagioni di studio, formazione e mestiere, che hanno inizio con la fase dell’Università, l’incontro con la dimensione ideale della professione e l’acquisizione di una prospettiva di impegno culturale, passando alla stagione del Cantiere che rappresenta l’impatto con la materia e la manualità, cui fa seguito la fase del Cinema, l’arte dello ’storytelling’ e del divenire della realtà nel tempo, fino ad approdare alla fase dell’Architettura, dove ha inizio la stagione dell’Espressione dopo le fasi dell’Apprendimento. Questo è il momento che segna per Joseph di Pasquale il passaggio dalla ‘sceneggiatura dei cortometraggi’ alla ‘sceneggiatura dello spazio’.

LO STORYTELLING DEI LUOGHI
“Le radici per me sono essenziali” dice l’Architetto, e non bisogna standardizzare e stereotipare i comportamenti, sono altri i valori in cui credere, in primis l’attenta conservazione di ciò che è essenziale all’identità di una comunità in relazione ai territori, alla loro cultura e alla storia della loro cultura, che per l’Architetto è e resta la principale fonte di ispirazione. Il legame con la tradizione diventa espressione di un ‘progresso’ che fa riferimento a una identità forte, fatta di radici e di valori, un nucleo che va conservato e protetto, condizione necessaria per il cambiamento inteso come ‘evoluzione’ costruttiva e non distruttiva rispetto alla propria identità, sia come individui che come collettività.
Rispetto al dualismo tra cultura Occidentale e cultura Orientale che attraversa tutta la nostra storia, Joseph Di Pasquale invita a non assumere un atteggiamento di ‘scelta’ della cultura prevalente, dal momento che la presenza di un ‘altro da sè culturale’ diventa condizione essenziale per la comprensione della propria stessa identità.
URBANISTICA E GEOMETRIA DELLE RELAZIONI
Partendo dall’analisi delle dinamiche socioculturali e della nuova geometria delle relazioni, l’Architetto ha avviato da tempo un percorso di ricerca sulle tracce dei comportamenti emergenti in ambito abitativo e sui processi di trasformazione urbana e nel 2021 lo Studio JDP Architects sarà impegnato nella realizzazione a Bergamo nell’area ex-Ote (Officine trasformatori elettrici) dell’innovativo progetto edilizio ‘Chorus Life’, una prima importante ricaduta applicativa delle ricerche sulla ‘densità relazionale’ e sul ‘campus abitativo di prossimità’.
Un altro importante lavoro in cui sarà coinvolto lo Studio è la progettazione del piano di sviluppo di un distretto industriale di 50 ettari nel cuore della pianura Padana, che si configura come la rigenerazione di un comparto produttivo esausto legato all’industria bellica.
Il progetto di questo Campus industriale e quello di Chorus Life hanno in comune un aspetto: entrambi parlano di ritrovata ‘prossimità’, il primo dal punto di vista relazionale come elemento di ricchezza sociale, il secondo dal punto di produttivo, come elemento di creazione di ricchezza del territorio.
DAL CAMBIAMENTO, NUOVI MODELLI
“La pandemia sta accelerando e rendendo irreversibile il cambiamento delle geometrie relazionali” – afferma l’Architetto - è quindi in questo senso che le risposte progettuali devono muoversi. Qui vedo l’unicità del momento che stiamo vivendo: oggi per la prima volta abbiamo la possibilità di ‘leggere’ in diretta la dinamica del cambiamento mentre si sta verificando e di monitorare in tempo reale l’orientamento dei desideri e le aspettative dei singoli individui. E’ proprio nella maggior capacità che abbiamo di comprendere la dinamica di questi cambiamenti e di elaborare su di essi strategie culturalmente fondate, che possiamo - come progettisti e architetti - dare il nostro contributo alla costruzione di una città più bella e più prospera e, soprattutto, dove si viva meglio e più a lungo”.
“Le radici per me sono essenziali” dice l’Architetto, e non bisogna standardizzare e stereotipare i comportamenti, sono altri i valori in cui credere, in primis l’attenta conservazione di ciò che è essenziale all’identità di una comunità in relazione ai territori, alla loro cultura e alla storia della loro cultura, che per l’Architetto è e resta la principale fonte di ispirazione. Il legame con la tradizione diventa espressione di un ‘progresso’ che fa riferimento a una identità forte, fatta di radici e di valori, un nucleo che va conservato e protetto, condizione necessaria per il cambiamento inteso come ‘evoluzione’ costruttiva e non distruttiva rispetto alla propria identità, sia come individui che come collettività.
Rispetto al dualismo tra cultura Occidentale e cultura Orientale che attraversa tutta la nostra storia, Joseph Di Pasquale invita a non assumere un atteggiamento di ‘scelta’ della cultura prevalente, dal momento che la presenza di un ‘altro da sè culturale’ diventa condizione essenziale per la comprensione della propria stessa identità.
URBANISTICA E GEOMETRIA DELLE RELAZIONI
Partendo dall’analisi delle dinamiche socioculturali e della nuova geometria delle relazioni, l’Architetto ha avviato da tempo un percorso di ricerca sulle tracce dei comportamenti emergenti in ambito abitativo e sui processi di trasformazione urbana e nel 2021 lo Studio JDP Architects sarà impegnato nella realizzazione a Bergamo nell’area ex-Ote (Officine trasformatori elettrici) dell’innovativo progetto edilizio ‘Chorus Life’, una prima importante ricaduta applicativa delle ricerche sulla ‘densità relazionale’ e sul ‘campus abitativo di prossimità’.
Un altro importante lavoro in cui sarà coinvolto lo Studio è la progettazione del piano di sviluppo di un distretto industriale di 50 ettari nel cuore della pianura Padana, che si configura come la rigenerazione di un comparto produttivo esausto legato all’industria bellica.
Il progetto di questo Campus industriale e quello di Chorus Life hanno in comune un aspetto: entrambi parlano di ritrovata ‘prossimità’, il primo dal punto di vista relazionale come elemento di ricchezza sociale, il secondo dal punto di produttivo, come elemento di creazione di ricchezza del territorio.
DAL CAMBIAMENTO, NUOVI MODELLI
“La pandemia sta accelerando e rendendo irreversibile il cambiamento delle geometrie relazionali” – afferma l’Architetto - è quindi in questo senso che le risposte progettuali devono muoversi. Qui vedo l’unicità del momento che stiamo vivendo: oggi per la prima volta abbiamo la possibilità di ‘leggere’ in diretta la dinamica del cambiamento mentre si sta verificando e di monitorare in tempo reale l’orientamento dei desideri e le aspettative dei singoli individui. E’ proprio nella maggior capacità che abbiamo di comprendere la dinamica di questi cambiamenti e di elaborare su di essi strategie culturalmente fondate, che possiamo - come progettisti e architetti - dare il nostro contributo alla costruzione di una città più bella e più prospera e, soprattutto, dove si viva meglio e più a lungo”.