Il progetto dello Studio CaberlonCaroppi per via Manzoni 38 a Milano rappresenta una sfida nuova per lo studio milanese che si occupa principalmente di hotelerie. L'immobiliare Città Moderna, a suo volta attiva solitamente in operazioni immobiliari residenziali, cercava qualcosa di originale. Il suo obiettivo iniziale era quello di trasformare uno spazio, un immobile di grande cubatura e con un doppio affaccio su via Manzoni e su via Borgospesso, dov'erano presenti come affittuari griffe del lusso di prima grandezza ed esercizi commerciali al piano terra e realizzare appartamenti di altissimo livello da vendere a una clientela facoltosa del milieu milanese. Alla fine, la decisione è stata quella di trasformare questo immobile in spazi per uffici.
"Il nostro progetto è piaciuto - dice Chiara Caberlon - e abbiamo avuto l'incarico. Il compito era sfidante, considerando che si voleva procedere alla riqualificazione di tutti gli spazi interni che erano stati pesantemente alterati da interventi anni Settanta con finiture improbabili e che era necessario conferire pregio e prestigio agli ingressi dell’immobile. Il nostro incarico si è poi ampliato successivamente con lo studio dell'illuminazione della facciata, che è stato realizzato con un lighting designer interno. In questo senso, è un concetto molto interessante e innovativo, perché realizzeremo il primo palazzo storico con luce dinamica in facciata"
"Il nostro progetto è piaciuto - dice Chiara Caberlon - e abbiamo avuto l'incarico. Il compito era sfidante, considerando che si voleva procedere alla riqualificazione di tutti gli spazi interni che erano stati pesantemente alterati da interventi anni Settanta con finiture improbabili e che era necessario conferire pregio e prestigio agli ingressi dell’immobile. Il nostro incarico si è poi ampliato successivamente con lo studio dell'illuminazione della facciata, che è stato realizzato con un lighting designer interno. In questo senso, è un concetto molto interessante e innovativo, perché realizzeremo il primo palazzo storico con luce dinamica in facciata"
Questo impianto avrà una sorta di regia per cui, durante le ore di buio, la facciata si illuminerà partendo dal centro e salendo verso l’alto fino ad arrivare a una totale illuminazione della facciata. È un effetto particolare che conferisce grande dinamicità a tutti gli aspetti architettonici di questa facciata ottocentesca, anche con funzione di collegamento con vari e diversi eventi, come quelli, per esempio, della settimana milanese della moda e del design e di altri appuntamenti in città.
Sarà costruito un sistema ad ali, in collaborazione con Penta, che ha creato una sezione dedicata all'architetturale. Sono stati realizzati dei profili molto piccoli che possano stare nei marcapiano, cioè inseriti nei dettagli architettonici della facciata, in modo tale da non dover intervenire con fori o passaggi e poter mantenere lo stesso colore della facciata che viene riverniciata, in modo che scompaiano il più possibile. Un'esperienza che ha portato all'esito interessante di creare degli scenari, partendo dalla sottolineatura degli elementi architettonici nel corso di una serata, con un costo sostenibile e un impatto visivo minimo".
"Questo è lo spirito con cui abbiamo approcciato il progetto - commenta Chiara Caberlon - siamo partiti dall'esterno e siamo entrati all'interno, legando il nostro lavoro anche alle aree comuni che abbiamo trovato senza personalità e abbiamo trasformato il tutto in senso più moderno".
Dalla facciata su via Manzoni si è passati a quella su via Borgospesso.
E' stato un progetto in progress che ha portato alla riapertura di alcune finestre che erano state chiuse. Successivamente, gli spazi saranno completati con una pianta di dimensioni importanti, forse una magnolia.
Verrà anche riposizionata una pavimentazione ‘antica’ realizzata in sassi. L'approccio all'interno è molto rispettoso: negli anni si sono inserite finiture povere, frutto di scelte che non hanno tenuto conto del pregio dell'edificio. Il cliente vuole riportarlo a un certo prestigio, ovviamente con un occhio al budget, chiedendo soluzioni che siano un legame tra il passato e il futuro, facendo tabula rasa di certi periodi storici in cui non si prestava attenzione a nulla che non fosse una prassi standardizzata, senza alcun collegamento con il luogo.
A fianco dello scalone storico si trovavano piastrelle in klinker e c’erano terrazzi alla veneziana con linoleum. Si è dovuto eliminare tutto questo passato.
"In via Manzoni - conclude Chiara Caberlon - dovevamo trovare il collante tra le varie epoche e abbiamo deciso di cercare dei materiali che fossero comunque caratterizzati da un legame con la storia: parliamo di marmi, stiamo portando all'interno del marmo verde che richiama dettagli già esistenti all'interno dell'edificio, abbiamo tolto l'acciaio e inserito l'ottone, più caldo. Queste finiture, che appartengono al passato, sono state riviste in chiave moderna. Considerando che i tre quarti degli affittuari sono legati al mondo della moda, abbiamo voluto esprimere uno spazio dinamico, uno spazio ‘fashion’, perchè i nostri progetti devono parlare anche un po' di noi, con un linguaggio moderno, contemporaneo nello spirito dei materiali più consoni all'essenza dell'edificio".
"Il progetto sarà terminato entro fine 2020.
Sarà costruito un sistema ad ali, in collaborazione con Penta, che ha creato una sezione dedicata all'architetturale. Sono stati realizzati dei profili molto piccoli che possano stare nei marcapiano, cioè inseriti nei dettagli architettonici della facciata, in modo tale da non dover intervenire con fori o passaggi e poter mantenere lo stesso colore della facciata che viene riverniciata, in modo che scompaiano il più possibile. Un'esperienza che ha portato all'esito interessante di creare degli scenari, partendo dalla sottolineatura degli elementi architettonici nel corso di una serata, con un costo sostenibile e un impatto visivo minimo".
"Questo è lo spirito con cui abbiamo approcciato il progetto - commenta Chiara Caberlon - siamo partiti dall'esterno e siamo entrati all'interno, legando il nostro lavoro anche alle aree comuni che abbiamo trovato senza personalità e abbiamo trasformato il tutto in senso più moderno".
Dalla facciata su via Manzoni si è passati a quella su via Borgospesso.
E' stato un progetto in progress che ha portato alla riapertura di alcune finestre che erano state chiuse. Successivamente, gli spazi saranno completati con una pianta di dimensioni importanti, forse una magnolia.
Verrà anche riposizionata una pavimentazione ‘antica’ realizzata in sassi. L'approccio all'interno è molto rispettoso: negli anni si sono inserite finiture povere, frutto di scelte che non hanno tenuto conto del pregio dell'edificio. Il cliente vuole riportarlo a un certo prestigio, ovviamente con un occhio al budget, chiedendo soluzioni che siano un legame tra il passato e il futuro, facendo tabula rasa di certi periodi storici in cui non si prestava attenzione a nulla che non fosse una prassi standardizzata, senza alcun collegamento con il luogo.
A fianco dello scalone storico si trovavano piastrelle in klinker e c’erano terrazzi alla veneziana con linoleum. Si è dovuto eliminare tutto questo passato.
"In via Manzoni - conclude Chiara Caberlon - dovevamo trovare il collante tra le varie epoche e abbiamo deciso di cercare dei materiali che fossero comunque caratterizzati da un legame con la storia: parliamo di marmi, stiamo portando all'interno del marmo verde che richiama dettagli già esistenti all'interno dell'edificio, abbiamo tolto l'acciaio e inserito l'ottone, più caldo. Queste finiture, che appartengono al passato, sono state riviste in chiave moderna. Considerando che i tre quarti degli affittuari sono legati al mondo della moda, abbiamo voluto esprimere uno spazio dinamico, uno spazio ‘fashion’, perchè i nostri progetti devono parlare anche un po' di noi, con un linguaggio moderno, contemporaneo nello spirito dei materiali più consoni all'essenza dell'edificio".
"Il progetto sarà terminato entro fine 2020.